The First Human
I Primi Uomini
Le prime Donne
 
 

Il glottologo, prof. Giovanbattista Pellegrini, ha sempre sostenuto che il toponimo “Auronzo” è di origine preromana.

Nessuno è mai riuscito ad identificare quali siano stati e a che etnia appartenessero i primi abitanti stabili di Auronzo e di Misurina. Fino a pochi anni fa, pochi credevano nella trasmissione della memoria degli anziani - che generazione dopo generazione - ci hanno trasmesso i racconti di una civiltà antichissima.

Le ricerche archeologiche condotte negli ultimi anni hanno confermato la verità storica della trasmissione della memoria. Giuseppe Pais Becher ed Elio Vecellio Galeno sono stati i protagonisti di alcuni dei più preziosi ed importanti rinvenimenti. Grazie a loro e a tutti i soci del Gruppo Archeologico Cadorino e a coloro che hanno dato le notizie utili per i rinvenimenti ma che hanno voluto mantenere l'anonimato, la storia di Auronzo è stata retrodatata, fino ad alcuni secoli prima di Cristo.

Le località indicate dagli anziani, come luogo di residenza di arcaiche popolazioni “Pagane” - nascondevano e nascondono tuttora reperti archeologici importanti utili non solo alla conoscenza della protostoria di Auronzo - ma per quella di tutte le Alpi Orientali. Non siamo ancora in grado di affermare se i primi abitanti stabili della Val d’Ansiei siano stati i Celti, i Reti o i Veneti antichi.

I recenti rinvenimenti di una chiave retica uguale a quelle rinvenute a Sanzeno in valle di Non ed altri oggetti riconducibili alla stessa etnia da parte di Giuseppe Pais Becher non sono sufficenti per dare una risposta definitiva a questo importante quesito.

Anche perché gli oggetti rinvenuti sono stati consegnati alla Sovrintendeza Archeologica del Veneto con sede a Padova che sia per mancanza di finanziamenti sia pero altri motivi che non ci sono noti, deve ancora indagarli.

Per vedere le foto dei rinvenimenti e leggerne la cronaca: www.amicodelpopolo.it/spalla/spalla2801.html

Il sito nel quale sono stati rinvenuti è enorme: con fondamenta di antiche case ed era attraversato da una importante arteria stradale che è stata utilizzata dall’epoca preromana a quella medioevale.

Purtroppo però per la mancanza di fondi non è stato ancora indagato.

Anche in seguito a questa importante scoperta ritengo di poter escludere definitivamente la tesi dei Paleoveneti così cara agli studiosi ed agli addetti ai lavori.

I Paleoveneti sono sicuramente transitati attraverso la Valle d’Ansiei - lungo la quale si snodava un’importante via di comunicazione - e quasi sicuramente hanno avuto rapporti commerciali con gli indigeni ma - secondo la nostra modesta opinione - i Paleoveneti non furono i primi abitanti di Auronzo, nè hanno mai risieduto stabilmente nella Valle dell’Ansiei.

Una dei pochi vocaboli che sono passati indenni attraverso la latinizzazione dei Romani è: “SAROIO”. Così hanno da sempre chiamato "IL SOLE" le popolazioni di Auronzo, del Comelico, dell’Oltrepiave e di Cortina d’Ampezzo che poi l‘hanno trasformato in “SOROIO“. In Friuli il sole è: “SOREILI”.

In latino il sole è “SOL” o “SOLIS”, in tedesco "SONNE" in inglese "SUN" in francese "SOLEIL".

Perché il vocabolo è così profondamente diverso e perché è rimasto invariato durante tutti questi secoli?

Quasi sicuramente perché - come tutte le popolazioni protostoriche - anche gli abitanti del Cadore Settentrionale adoravano il sole.

Molti hanno continuato ad adorarlo anche dopo l'arrivo della religione cattolica. Ad un Dio non si può cambiare il nome!!! "SAROIO" è rimasto lo stesso per migliaia d’anni. Come chiamavano i Veneti antichi il sole?

Quali popolazioni lo usavano? I Celti o i Reti? E gli Euganei che fine hanno fatto?

Durante i miei viaggi ho scoperto che in mongolo antico la luna si denominava "SAAR" e i miei amici della Mongolia mi hanno detto che "SAAR" è anche un disco giallo o dorato.

In sanscrito il sole è “SURJA” o “SUVAR”, in indiano è "SURAJ" ed in Tunumiit della Groenlandia Orientale "SHERRE".

Il nome proprio “SORAYA o SURAYA” in persiano antico significa costellazione o stella.

In musulmano “SAHIRAH” è la luna.

Sono le uniche somiglianze che ho riscontrato con "SAROIO" e provengono tutte dall'Asia.

Probabilmente nei prossimi anni - in seguito a maggiori e più importanti rinvenimenti archeologici - saremo in grado di definire con certezza chi furono coloro che decisero di vivere in riva al fiume Ansiei ALCUNI SECOLI PRIMA DELLA FONDAZIONE DI ROMA.

Ora è importante recuperare tutti i reperti che sono dispersi nelle case degli auronzani o che sono stati portati in altre località.

L'Amministrazione Comunale conta di utilizzare un consistente finanziamento da parte della Comunità Europea, per ristrutturare il Palazzo Corte Metto ed adibirlo a Museo.

Un piano del Palazzo sarà dedicato alla custodia e visione da parte del pubblico, degli importanti reperti archeologici rinvenuti sul territorio di Auronzo.

Quando il Museo sarà una realtà, sarà possibile donare tutti i reperti che ora sono in mano ai privati, senza il rischio che vengano dimenticati o che possano essere trasferiti altrove.

Il Museo è stato inaugurato nel 2008, è stato visitato ed apprezzato de centinaia di visitatori. Le ricerche archeologiche sul territorio di Auronzo continuano con sempre nuove scoperte e ci vorranno decine d'anni prima che vengano concluse.

 

 



Moneta rinvenuta in borgata Tarìn ad Auronzo.
Si tratta di una moneta egiziana risalente a
Cleopatra I moglie di Tolomeo. (204-180 a.C.)
 
Tratto da "Auronzo Terra di Frontiera" di
Gianni Pais Becher. Pubblicato nel 1999
con il contributo della Regione del
Veneto e del Comune di Auronzo ed ora esaurito.


MonetaGiulioCesare
Moneta di Giulio Cesare rinvenuta molti anni fa sulla sommità del Monte Calvario di Auronzo di Cadore.
A trovare la moneta sotto un sasso è stato un giovane di Villapiccola di Auronzo che vuole mantenere l'anonimato.

Tratto da "Auronzo Terra di Frontiera" di Gianni
Pais Becher.
Pubblicato nel 1999 con il contributo della
Regione del Veneto e del Comune di Auronzo ed ora esaurito.
La notizia della località del rinvenimento pubblicata sul libro viene corretta dalla presente nota.


Moneta d'argento del
l' Imperatore Adriano, trovata in località Tarìn.
Ad Auronzo sono state
trovate moltissime monete sia romane sia
noriche (celtiche).
Assieme alle lamine di
bronzo iscritte ed ai cerchi sempre di bronzo con due divinità sconosciute, Auronzo
si appresta ad entrare
tra i grandi centri alpini abitati fin dalla protostoria.
 
Tratto dal volume "Auronzo Terra di Frontiera" scritto e pubblicato da Giovanni (Gianni) Pais Becher nel 1999 con il contributo della Regione del Veneto e del Comune di Auronzo ed ora esaurito.
 


 

 
 
 
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