In the Era of the Dinosaurs

 

The history of the Dolomitic Region of High Cadore, including the municipal territories of Cortina d'Ampezzo, Auronzo and Misurina, High Comelico and Sappada, which border on the north with the Pusteria Valley and Austria by means of a chain of mountains considered to be among the most beautiful of the entire Alpine span, is lost in the night of time immemorial.
Two hundred thirty million years ago, coral reefs and algae built up massive barriers that, amalgamating with lime sediments, lifted up fantastic natural
architectural structures.
Dinosaurs wandered about in the shallow ocean
traces in search of food.
Recently, at the foot of the Tre Cime of Lavaredo in the territory of the municipality of Auronzo two carnosaur footprints were found, which paleontologists
have dated from 215million years ago.
The great variety of fossils found on the peaks of Auronzo and Misurina, but also in the valleys, has made it possible to date the diverse geological and biological eras in a succession of strata that proceeds from the base of the oldest rocks, where primitive fossils were found, to the peaks, where there
are more recent deposits.
But with additional findings of dinosaur tracks on the Dolomites, new hypotheses
have been advanced that will need to be developed.
The vast valleys of Auronzo and Misurina are crowned by stupendous peaks.
Sharp pinnacles and slender towers rise up in the sky over fine scree, green meadows, and wide forests, testifying to the succession of events over millions of years that have shaped, modelled and brought to life a work of art
the dimensions and forms of which no sculptor would ever be able to realize.
From eighty to forty million years ago, the African and Eurasian Supercontinents began to collide because of pressure that, although relatively weak,
continues even today.
This collision involved vast sedimentary strata deposited over million of years, strata which underwent a powerful compression and thus rose up into a series of folds that overlapped, causing numerous fractures, in order then to emerge from the waters around ten million years ago when the mountains of the Cadore, which had not yet assumed their definitive
forms, were mirrored high and tall in the remaining waters.
The following setting action provoked the crumbling of enormous rocky masses, and the erosion work of the waters gave origin to the long finishing
process of the stupendous Dolomitic structure.
In the last two million years at least four or five glacial eras followed the
temperate periods.
The glaciers eroded the sides of the mountains and deposited
enormous masses of detritus into long glacial moraines.
With the arrival of a temperate climate millions of cubic meters of ice melted, giving rise to rushing rivers that eroded the rocky walls and the valley
bed even more deeply.
The great glacier that covered the Pusteria Valley, reaching a quota of 2.300 - 2.500 meters, perhaps succeeded in going beyond the Lavaredo Fork in order to descend along the Marzon valley and to flow into the vast glacier that extended from the Col di Mezzo Fork to the Cristallino of Misurina, Federavecchia,
Palus San Marco, and Auronzo, finally to flow into the glacial waters of the Piave.
The slow but continuous movement of the glaciers profoundly eroded the lower strata of the mountains; with the retreat of the glaciers, the walls, no longer sustained by the strong pressure exercised by the frozen mass, underwent
several landslides, taking on their current appearance.
Thus were formed the steep north walls of the Tre Cime of Lavaredo, of the south wall of the Cima of Auronzo, of the north wall of the Croda dei Tòne, and the
sharp towers of the Ciadìs (Cadini) of Misurina.
And where there were slides, we have today the rough base scree made up of a chaotic massing together of stones of all sorts of dimensions, testifying to events that contributed to giving definitive form to a totality of splendid peaks, towers, needles, and pinnacles that rise up into the sky in defiance of any and all comparisons.

These are the Dolomites of Auronzo and Misurina:

the Tre Cime di Lavaredo, the Paterno, the Crode dei Piani, the Croda dei Tòne (Cima Dodici), along with the Cima of Auronzo, the Pala of Mardèn, the Punta d'Agnello, the Croda Gravasecca, the Pezzioz Cime, the Crode of Giralba, the Popera, the Cima Bagni, the Cima d'Ambata, the Croda of Ligonto, the Croda of Campo, the Ajarnola, the Tudiai (Tudaio), the Marmarole, the Sorapìss, the Cristallo, the Piz Popèna, the Cristallino of Misurina, the Punta Elfie, Clementina and Mosca, the Monte Piana and the Croda of Largàna (Arghèna), all of which surround and crown the Valley of Ansiei, Auronzo and Misurina, while in the middle the majestic group of the Ciadìs (Cadini) of Misurina rises up.
For thousands of years, the only ones who enjoyed this marvelous natural environment were the wolves, the bears, the boar, the goats, the deer, and the unique camosci (chamois) of the region, while in the sky eagles, falcons and hawks circled.


Then came humans.


Write out from the volume "Auronzo so as Not To Forget", written by Gianni Pais Becher on 1965, translated into English by Professor Rebecca West, Department of Romance Languages and Literatures, University of Chicago, Chicago Illinois U.S.A.

 

Al Tempo dei Dinosauri

La storia della Regione Dolomitica dell'Alto Cadore, dove i territori comunali di Auronzo e Misurina, Cortina d'Ampezzo, Comelico Superiore e Sappada, confinano a nord con la Val Pusteria e con l'Austria, tramite una catena di montagne considerate tra le più belle di tutte le Alpi, si perde nella notte dei tempi. 230 milioni di anni fa, i coralli e le alghe innalzavano imponenti barriere che amalgamandosi con i sedimenti calcarei, ergevano fantastiche archittetture. I dinosauri vagavano solitari in cerca di cibo, nei tratti di mare poco profondo. Recentemente ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, nel territorio del Comune di Auronzo sono state rilevate due orme di carnosauro che i paleontologi hanno datato intorno a 215 milioni di anni fa. La grande varietà di fossili trovati sulle rocce che circondano Auronzo e Misurina, ma anche nel fondovalle, hanno permesso di datare le varie ere geologiche e biologiche, in una successione stratigrafica che delinea dal basso le rocce più antiche, dove sono stati riconosciuti i fossili primitivi, per proseguire verso l'alto con i giacimenti più giovani. Con il ripetersi di rinvenimenti di orme di dinosauri sulle Dolomiti, si sono aperte nuove ed interessanti ipotesi che dovranno essere studiate a fondo. Le vallate di Auronzo e di Misurina sono coronate da stupende cime. Esili guglie e slanciati torrioni svettano verso il cielo sopra tormentati ghiaioni, verdi pascoli ed ampie foreste, a testimonianza del succedersi di eventi millenari che hanno plasmato, modellato e partorito un opera d'arte di tali dimensioni e forme; da sfidare qualsiasi confronto. Da 80 fino a 40 milioni di anni fa, il Super Continente africano e quello euroasiatico sono entrati in collisione, con una spinta che seppur più debole, dura tuttora. Tale spinta ha coinvolto gli ampi strati sedimentali depositati durante milioni d'anni - che hanno subito una potente compressione - inarcandosi in una serie di pieghe, che si sono accavallate provocando numerose fratture, per poi emergere dalle acque intorno a 10 milioni di anni fa. In quell'epoca le montagne del Cadore si specchiavano alte nelle acque marine, senza aver ancora preso la forma attuale. I successivi movimenti di assestamento hanno provocato lo sconvolgimento di enormi masse rocciose. Le acque, erodendo i costoni hanno dato inizio al lungo processo di rifinitura della stupenda struttura dolomitica. Negli ultimi due milioni d'anni si sono succeduti climi temperati e glaciazioni. I ghiacciai hanno eroso i fianchi delle montagne, convogliando verso valle in lunghe morene, enormi masse di detriti. Al sopraggiungere del clima temperato, si sono sciolti milioni di metri cubi di ghiaccio, dando luogo a fiumi impetuosi che hanno contribuito a completare l'opera, scavando ancora più profondamente le pareti rocciose, i costoni ed il fondovalle. Il grande ghiacciaio che ricopriva la Val Pusteria, arrivava a superare i 2500 metri di altitudine, sommergendo la forcella Lavaredo e scendendo per la Val Marzon, confluendo nell'ampio ghiacciaio che dal Cristallino di Misurina ricopriva anche tutto il Monte Piana, Misurina per scendere attraverso Federavecchia a Palus San Marco ed Auronzo gettandosi nel ghiacciaio del Piave. Il lento ma continuo movimento dei ghiacciai ha eroso profondamente gli zoccoli basali delle crode, ritirandosi, queste non  più sostenute dalla forte pressione esercitata dalle masse ghiacciate, sono franate in più parti prendendo l'aspetto attuale. Così si sono formate le pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo, la parete sud della Cima d'Auronzo, la parete nord della croda dei Tòne, le slanciate guglie dei Ciadìs di Misurina. Dove sono avvenuti i crolli, restano in un caotico ammassarsi di pietre di ogni tipo e dimensioni, i ripidi ghiaioni basali a testimoniare eventi che hanno contribuito a dare la forma definitiva ad un insieme di cime, torri, guglie e pinnacoli che si slanciano nel cielo a sfidare ogni confronto.

Sono le Dolomiti di Auronzo e Misurina: le Tre Cime di Lavaredo, il Monte Paterno, Le Crode di Piani, la Croda dei Tòne, con la cima d'Auronzo, la Pala ed i Cianpanìs del Marden, la Punta de l'Agnel, la Croda Gravasecia, le cime Pezziòs, le Crode di Giralba, il Pòpera, la Cima Bagni, la Cima d'Ambata, la Croda di Ligonto, la Croda da Campo, l'Ajarnola, il Tudaio, le Marmarole, il Sorapìss, il Monte Cristallo, il Piz Popena, il Cristallino di Misurina, la Punta Elfie, la Punta Clementina, la Punta Mosca, il Monte Piana e la Croda dell'Arghena che cingono a corona la Valle dell'Ansiei, Auronzo e Misurina, mentre nel mezzo si erge imponente e variegato il Gruppo dei Ciadìs di Misurina. Per migliaia d'anni, gli unici a godere di questo meraviglioso ambiente naturale sono stati i lupi, gli orsi, i cinghiali, gli stambecchi, i cervi ed i camosci, mentre nel cielo volteggiavano le aquile, i falchi e le pojane.

 

La Valle di Auronzo vista dalla Cima Piccola di Lavaredo. Foto di Giovanni (Gianni) Pais Becher

POI VENNE L'UOMO.

Tratto da "Auronzo Terra di Frontiera" di Gianni Pais Becher. Pubblicato nel 1999 con il contributo della Regione del Veneto e del Comune di Auronzo.

 
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